“Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore”.
Il Kan ascolta perché le città costruite dalla memoria e dal desiderio, ingredienti di ogni gioco, sono più affascinanti, avventurose e concrete di quelle reali. Il racconto le fa affiorare parola dopo parola così come nel frottage le città invisibili emergono dal nulla, segno dopo segno con gli archi, i ponti, le piramidi e i giardini. Gli occhi della fantasia aggiungono il cielo, le nuvole, e dal caravanserraglio dell’invenzione sfilano fuori cavalli, cammelli, gatti e leoni come da un’arca di Noè che si svuota felice dopo il diluvio.
Il gioco si compone di 12 tavolette stampate in rilievo (15×15 cm) e di 18 stencil per giocare, disegnare, progettare le Città invisibili di Italo Calvino.
Calvino stesso affermò, in una conferenza del 1983 alla Columbia University a New York, che il libro poteva non avere fine perché “fatto a poliedro”. Così come il lettore ha quindi la possibilità di “giocare” con la struttura combinatoria dell’opera, anche il bambino può giocare, senza fine, combinando texture e stencil per creare città invisibili e nascondere città fantastiche.
Il design è di Cecilia Ramieri, illustratrice e atelierista Metodo Bruno Munari®.
L’idea di un omaggio a Italo Calvino per raccontare l’Italia nel mondo, giocando, è di Flavio Tuliozi, autore della comunicazione di Italiantoy.
Oppure visita la pagina di Zoe Ci sul sito di italiantoy e scarica la sua pagina del catalogo (ITA/ENG).